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LA FASCITE PLANTARE.


Il piede ha la funzione di sostenere e di distribuire il peso del corpo durante la marcia, la corsa, i salti e proprio in questi ultimi due casi si trova costretto a sopportare delle fortissime sollecitazioni funzionali. Per questo motivo, soprattutto nell’atleta di alcune ben particolari discipline sportive, le patologie a carico del piede sono numerose e di svariata eziologia.

Per capire bene le cause d’origine ed i trattamenti più utili per curare la fascite plantare bisogna innanzitutto dare un rapido sguardo all’anatomia del piede. Il legamento arcuato (o aponeurosi plantare) è una robusta fascia fibrosa che unisce la zona plantare interna del calcagno con la base delle dita. Questo legamento gioca un ruolo molto importante nella trasmissione del peso corporeo al piede durante la deambulazione e la corsa. In particolare quando il piede si eleva sulle punte staccando il tallone dal suolo (gesto tipico della corsa e del salto) l’aponeurosi plantare subisce una distensione.

Quando il medico diagnostica una fascite plantare signifIca che il legamento arcuato si è infiammato a causa dell’eccessivo utilizzo. Nella fase precoce la fascite plantare tende a coinvolgere l’inserzione di questo legamento a livello calcaneare causando dolore in quest’area. Successivamente il dolore tende a spostarsi verso l’avampiede migrando lungo tutta la pianta e risparmiando soltanto la punta delle dita (falangi distali del piede).

CAUSE: la fascite plantare può insorgere a causa di inumerevoli fattori, spesso combinati tra loro; pieid piatti o cavi, scrape inadeguate (troppo larghe o troppo strette, troppo morbide o troppo rigide), sovrappeso, obesità, allenamenti inadeguati e contrattura o debolezza di alcuni muscoli della gamba come il polpaccio, il peroneo, il tibiale posteriore e gli estensori delle dita del piede. Soprattutto l’eccessiva  pronazione del piede, è quella che mette maggiormente la fascia plantare sotto carico o in iperestensione.

DIAIGNOSI: Solitamente la diagnosi di fascite plantare viene effettuata dopo un’attenta valutazione clinica della sintomatologia. Indagine strumentali, come radiografie e TAC non sono solitamente necessarie ma possono essere utili per evidenziare od escludere ulteriori cause di dolore al tallone (artrosi astragalo calcaneare, fratture da stress, tumori ecc…).

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Traumatologia sportiva

CEDRO DEL LIBANO-BAROUK.

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Autotrattamento:
Riposo, soprattutto nei casi in cui il dolore è forte.
Applicare ghiaccio alla fascia plantare per 10 minuti ogni 2 ore per ridurre l’infiammazione: riempire una bottiglia di plastica di 500 ml con l’acqua e congelarla dopodichè rotolarla sotto il piede.
Quando è possibile automassagiare la zona con un olio all’arnica e fare lo stretching dei muscoli gastrocnemico e soleo.

Eseguire i seguenti esercizi per tenere in forma la fascia plantare:

  • Camminare sul bordo esterno dle piede.
  • Afferrare delle biglie di vetro, adagiate per terra, con le dita dei piedi,
  • Afferrare ed arrotolare un fazzoletto, adagiato per terra, con le dita dei piedi,
  • Afferrare una matita con le dita dei piedi, e trattenendola tra esse, camminare sui talloni,

Indossare scarpe da corsa corrette e se necessario calzature ortottici per prevenire un’eccessiva pronazione.
Ricordate:

  • Sempre applicare del ghiaccio dopo l’allenamento,
  • Aumentare gradualmente il programma d’allenamento,
  • Inserire le pause di riposo nel programma d’allenamento.

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Trattamento della fascite planatre.

 

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