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Presa in carico delle gestanti al primo trimestre di gravidanza, distretto Ovest-Ferrara.
Parafarmaci in ginecologia.
Depressione postnatale e postpartum blues.

IL CICLO MESTRUALE E LE SUE ALTERAZIONI.


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IL CICLO MESTRUALE E LE SU ALTERAZIONI.

CASSIS.

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PRESA IN CARICO DELLE GESTANTI AL PRIMO TRIMESTRE DI GRAVIDANZA, DISTRETTO OVEST-FERRARA.


Presa in carico gestanti al primo trimestre di gravidanza da parte delle ostetriche: servizio salute donna Distretto Ovest di Ferrara.

Tutte le donne all’inizio della gravidanza, residenti nel Distretto Ovest di Ferrara composto dai Comuni di:

  • Cento
  • Bondeno
  • Sant’Agostino
  • Mirabello
  • Poggio Renatico
  • Vigarano Mainarda.

possono rivolgersi direttamente previo appuntamento telefonico al Consultorio di Cento: Via Cremonino 18, telefono: 051/6838431, per la presa in carico da parte dell’Ostetrica del Servizio Salute Donna.
In tale occasione verranno prescritti gli esami di protocollo per la gravidanza fisiologica previsti dal Ministero della Sanità:

  • Esami di laboratorio
  • Ecografia ostetrica del 1° trimestre
  • Prenotazione 1° visita ostetrica.

Le ostetriche nel corso dell’incontro compileranno una scheda ostetrica e daranno informazioni e consigli sull’igiene e l’alimentazione in gravidanza.

Le signore si devono presentare al consultorio con un test di gravidanza documentato da un laboratorio analisi e con il codice fiscale.

Il servizio è gratuito.

PRAGA.

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PARAFARMACI IN GINECOLOGIA.


DICOFLOR ELLE:
E’ un integratore di fermenti lattici vivi, studiato per ristabilire l’equilibrio della flora batterica vaginale durante il trattamento di vaginiti e vaginosi batterica e per la prevenzione del rischio di infezioni urogenitali nella donna.
Ogni dose contiene 1.5 miliardi di cellule vive di Lactobacillus rhamnosus GR-1 e di Lactobacillus reuteri RC-14, ceppi probiotici selezionati per la loro efficacia clinica.

Modalità d’uso:
Nel ristabilire l’equilibro della microflora vaginale: 1 cps/die x 4 settimane.
Come coadiuvante nel trattamento di infezioni: 2 cps/die x 4 settimane.
Nella prevenzione delle forme recidivanti: 2 cps/die x  settimane.
Ingerire la capsula tale quale o aprirla e disperderne il ocntenuto in acqua o altro liquido freddo o tiepido e consumare subito dopo la preparazione.

EOS IGIENE DETREGENTE BIODERMICO 500 ML:
Non contiene laurilsolfati, etanolamine, ossido di etilene, formaline, paraffine, parabeni, derivati di origine animale.
La sua formulazione, con ingredienti di fonte vegetale biodegradabili, ripsonde ai principi della corretta, sicura, naturale igiene quotidiana di ogni età ed al  rispetto dell’ambiente.
Eos Detregente Biodermico è un prodotto VE (valore ecologico) certificato non irritante.

Caratteristiche:
I tensioattivi non ionici sono:

  • ottenuti da fonte rinnovabile,
  • a basso effetto schiumogeno,
  • biodegradabili,
  • al contrario dei comuni saponi non reagiscono con il calcare dell’acqua di rete facendo precipiatre i sali di calcio e di magnesio.

L’addensante: è un carboidrato trasformato biologicamente senza trattamento chimico.

L’estratto vegetale di Aloe Vera (gel) grazie alle mucillagini in esso contenute, conferisce proprietà fortemente idratanti. Inoltre l’estratto di Aloe vera, assieme agli oli eudermici (jojoba, mandorle dolci) e alle sostanze idratanti, rende il detergente indicato per lavaggi frequenti perchè aiuta a contrastare:

  • l’impoverimento cutaneo e delle barriere dermoprotettive,
  • l’insorgere di desquamazione eccessiva,
  • sensibilizzazioni legate all’uso abitudinario di prodotti igienici aggressivi,
  • l’alterazione dell’equilibrio idrolipidico delle pelli sane.

Uso:

  • detersione di tutto il ocrpo, cuoio capelluto compreso,
  • detresione dei neonati e bambini,
  • lavaggio frequenti di mani e viso,
  • per pelli secche, sensibili, disidratate (raccomandati per anziani..)
  • igiene intima maschile e femminile (raccomandato nell gestanti, puerpere e nella menopausa; utile nelle intime irritazioni ed affezioni vaginali).

FILM GYNO OVULI VAGINALI:
Film gyno è un liquido, costituito da TOCOFEROLO ACETATO (Vitamina E) che forma un film protettivo, persistente ed omogeneo, favorendo il ripristino della noemale idratazione della superficie vaginale nelle donne che presentano sensazioni di fastidio, bruciore, prurito, arrosamento, irritazione e disagio nei rapporti sessuali, non di tipo patologico, conseguenti ad una secrezione vaginale scarsa o assente, indotta da fattori esterni quali: stress, menopausa a seguito di medicazioni topiche o per uso di lavande vaginali, dopo il parto, durante l’allattamento o durante l’utilizzo di contraccettivi orali.

Moustiers Sainte Marie - Alpes-de-Haute-Provence.

Moustiers Sainte Marie.

NEOXENE OVULI: Clorexidina digluconato.
Eccipienti: poliglicoide.
Uno, massimo 2 ovuli/die per una durata massima dieci giorni.
Disinfettante della mucosa vaginale.
Si può verificare, intolleranza (bruciore o irritazione) peraltro priva di conseguenze, che non richiede modifica del trattamento.

TRIACID COMPRESSE VAGINALI: Lactobacillus acidophilus, acido lattico e isoflavoni di soia.
sollievo su prurito, bruciore e irritazione.
La sua particolare composizione consente, una volta sciolta in vagina, di liberare entro pochi minuti batteri lattici ed acido lattico i quali contribuiscono ad abbassare il pH vaginale a valori di acidità tra 4 e 4.5 contrastnado l’aggressione e lo sviluppo della microflora patogena.
Gli isofalvoni di soia presenti nella compressa determinano, agnedo sui lattobacilli, un incremento della percentuale doi acido lattico naturalmente presente nella mucosa vaginale, contribuendo all’abbassamento del pH, e quindi al benessere dell’ambiente vaginale.
1 cp/die x 10 gg, preferibilmente la sera, prima di coricarsi. Non prolungare il trattamento per oltre 20 gg senza prima consultare il medico.

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DEPRESSIONE POSTNATALE E POSTPARTUM BLUES.


Museo d'arte contadina-S. Marino di Bentivoglio-Bologna

Museo d'arte contadina - San Marino di Bentivoglio - Bologna

Cos’è la depressione postnatale

Per depressione postnatale si intende un disturbo depressivo non psicotico che insorge nei dodici mesi successivi al parto, con maggiore incidenza nelle prime 4-6 settimane.
Non è chiara la differenza tra la depressione che insorge nel periodo postnatale e quella che già inizia in epoca prenatale, durante la gravidanza, o anche se sia corretto identificare la depressione postnatale come entità diagnostica a sé stante.
Il National Institute of Clinical Excellence del Servizio sanitario inglese, nella sua linea guida sui disturbi mentali in gravidanza e nel postparto, ai termini “psicosi puerperale” e “depressione post parto” preferisce quelli di disordine bipolari o schizofrenia per le scarse evidenze che le identificano come entità diagnostiche separate. Il termine non va utilizzato genericamente per intendere qualsiasi disturbo mentale conseguente al parto (es. attacchi di panico, disturbi acuti da stress e da stress post-traumatico, disturbo ossessivo-compulsivo, ecc.) e non va confuso con il baby blues, disturbo di breve durata ch eaffligge almeno il 50% delle donne dopo il parto, caratterizzata da facilità al pianto, tristezza, labilità emotiva.

La prevalenza della depressione postnatale varia tra 4.5% e 28% a seconda del metodo e dei tempi per l’accertamento. Da un rapporto sanitario di Agency for Healthcare Research and Quality, agenzia pubblica statunitese, emerge una prevalenza di depressione nel periodo compreso tra la gravidanza e il primo anno di vita del bambino (bb), sovrapponibile alla popolazione generale femminile della stessa età, ma una probabilità di sviluppare un nuovo episodio di depressione maggiore, entro 5 settimane del parto, triplicata.

Non esistono dati a sostegno di una differente prevalenza di tale patologia nelle varie cultrue o diversi gruppi etnici.

Secondo la American Psychiatric Association, la depressione post natale è caratterizzata dalla presenza di 5 o più dei seguenti sintomi, perduranti per almeno 2 settimane.

  • basso tono dell’umore,
  • perdita di interesse,
  • auemento o diminuizione dell’appetito,
  • insonnia o ipersonnia,
  • rallentamento o agitazione psicomotori,
  • sposatezza o sensazione di perdita delle forze,
  • senso di colpevolezza o indegnità,
  • diminuizione della concentrazione,
  • pensieri ricorrenti di suicidio.

Vi può essere riluttanza a confessare questi sintomi, per vergogna, senso di fallimento, o ancora per timore di essere giudicate inadeguate alla cura del proprio bb. Altre volte le donne attribuiscono i propri cambiamenti d’umore e atteggiamento alla stanchezza e alle difficoltà di relazione, piuttosto che ammettere di essere depresse.
I casi più lievi o moderati possono non essere riconosciuti dalla donna, dal partner, dalla famiglia e neppure dai professionisti della salute. Ma la morbilità di questo disturbo dipende anche dalla tempestività nellla diagnosi e nel trattamento: in Gran Bretagna i disturbi psichiatrici contribuiscono a 12% delle  morti materne, inoltre la depressione materna non trattata può interferire con lo sviluppo cognitivo, emotivo, comportamentale del bb.

Esistono fattori di rischio?

I fattori di rischio per la depressione postnatale non differiscono da quelli identificati per la depressione nella popolazione generale.

Tre revisioni sistematiche identificano come fattori di rischio fortemente associati a depressione:

  • la storia personale di depressione,
  • la storia personale di depressione durante la gravidanza,
  • la mancanza di sostegno sociale,
  • le difficoltà di rapporto con il partner,
  • gli eventi stressanti recenti,
  • il baby blues.

Alcuni fattori di rischio, identificati in studi di coorte e caso controllo sono:

  • la presenza di psicopatologia nella storia familaire,
  • lo scarso sostegno sociale,
  • la gravidanza non pianificata,
  • l’avere 2 o più figli,
  • lo stress parentale prenatale,
  • la disoccupazione.

I fattori di rischio aumentano la probabilità di sviluppare una depressione postnatale, ma non sono fattori causali necessari. Il loro valore predittivo è variabile e non vi è conocrdanza nel raccomandare il loro utilizzo di routine, per identificare le donne a più alto rsichio di depressione.
Le uniche eccezzioni riguardano l’anamnesi personale patologica positiva, da indagare al primo contatto con la donna mediante specifiche domande su malattie o trattamenti psichiatrici presenti o passati, o la storia familaire di malattia mentale perinatale.

 

Raccolta di Angeli.

Principi di trattamento

Il trattamento delle donne con disordini mentali durante la gravidanza e il postparto non diferisce da quello utilizzato in altri periodi della vita, se non per alcune imporatnti considerazioni:

  • qaulunque sia il trattamento concordato, l’intervento deve essere tempestivo, per il potenziale impatto sul feto o sul bb,
  • gli interventi non farmacologici per la depressioni lievi e moderate (strategie di auto-aiuto, psicoterapia cognitivo comportamentale o interpersonale), dovrebbe avere una soglia d’accesso più precoce e rapida per la donna in gravidanza o nel periodo postnatale rispetto la norma, anche in considerazione del diverso rapporto costo/beneficio dei farmaci psicotropi in queste circostanze.
  • l’eventuale farmacoterapia dovrebbe:
    • possedere il più basso profilo di rischio per la mamma e per il feto,
    • permettere l’allattamento,
    • essere somminsitrata alla minima dose efficace e preferibilmente in monoterapia,
    • considerare ulteriori precauzioni in caso di neonati pretermine, o di basso peso.
  • Nel scegliere una terapia antidepressiva per la donna in gravidanza o che sta allattando occorre considerare che per molti farmaci di questa classe i rischi ancora incerti, visti i pochi dati disponibili, mentre per altri non esistono dati di sicurezza. In generale, occorre tener presente che:
    • gli antidepressivi tricilici (amitriptilina, imipramina, nortriptilina) sono i farmaci considerati a più basso rischio in gravidanza rispetto agli altri, anche se presentano un indice di tossicità letale più alto (numero di morti per milione di utilizzatori rispetto ai serotoninergici 34.8 vs 1.6)
    • la fluoxetina è tra i faramci serotoninergici, quelli a rischio noto più basso in gravidanza,
    • i farmaci inibtori della ricapatzione della serotonina assunti dopo la 20a settiamana di gestazione possono associarsi ad aumentato rischio di ipertensione polmonare prsisitnete nel neonato,
    • la paroxetina assunta nel primo trimetstre può associarsi a difetti cardiaci congeniti,
    • la venlafaxina ad alte dosi si associa a maggior rischio di ipertensione, maggiore tosscicità per sovradosaggio, maggioi problemi alla sospensione rispetto ad altri SSRI ed a alcuni tricilcici,
      • sospensione rispetto ad altri SSRI ed a alcuni triciclici:
    • tutti gli antidepressivi comportano un rischio di ipertensione, maggiore tossicità per sovradosaggio, maggiori probelmi alla sospensione rispetto al altri SSRI ed a alcuni tricilicici.
    • tutti gli antidepresivi comportano un rischio di sindrome d’astinenza o di tossicità nei neonati, con effetti nella maggior parte dei casi autolimitantesi,
    • imipramina, nortriptilina e sertralina sono presenti nel latte materno a livelli bassi, mentre citalopram e fluoxetina lo sono a livelli alti.

Per quanto riguarda le altre classi di farmaci psicotropi, alle donne in gravidanza non andrebbe prescritti i seguenti faramci:

  • VALPROATO, per il rischio dose dipendente di danno epatico nel feto, e l’aumentato rischio di malformazioni del tubo neurale (da 6:10.000 a 100-200:10.000),
  • CARBAMAZEPINA, per aumentato rischio di difetti del tubo neurale (da 6:10.000 a 20-50:10.000) e altri possibili danni fetali, tra cui malfromazioni del tartto intestinale e cardiache,
  • LAMOTRIGINA, per limitata efficacia e possibili danni fetali (labiopalatioschisi),
  • BENZODIAZEPINE  in trattamento cronico, per la sindrome da astinenza nel neonato, ad alto dosaggio, per possibile floppy baby syndrome.
  • LITIO: per aumentato rischio di difetti cardiaci (da 8:1000 a 60:1000) e Ebstein’s anomaly (da 1:20.000 a 10:20.000).

Questi farmaci vanno ovviamente interrotti nelle donne già in trattamento in caso di gravidanza non programmata, o sostituiti con alternativi in caso di programmazione di gravidanza.
Il LITIO va possibilmente interrotto gradualmente, in ameno 4 settimane, nel caso si ritenga invece clinicamente indicato mantenere la terapia, occorre monitorare i livelli sierici materni del framaco fino alk parto.

Alle donne che allattano non andrebbero prescritti di routine i seguenti farmaci:

  • LITIO: per gli alti livelli nel altte materno,
  • LAMOTRIGINA: per rischio potenziale di probelmi dermatologici neoanatali (s. di Steven-Johnson),
  • CLOZAPINA: per gli alti livelli nel latte materno e il rischio di agranulocitosi.

Cos’è la psicosi puerperale

E’ un disturbo meno frequente della depressione posnatale, colpisce infatti 1-2 donne su 1000, mavpiù grave. I sintomi più frequenti sono:

  • stato confusioanle,
  • gravi oscillazioni del tono dell’umore,
  • comportamenti eccentrici,
  • delirio,
  • allucinazioni.

Fattori di rischio sono la storia personale o familiare di schizofrenia o di psicosi maniaco-depressiva. Anche le donne con precedente psciosi puerperale sono al alto rischio di recidiva nelle succesive gravidanze (25-57% delle donne).
La comparsa può essere drammatica, con inizio subito dopo il parto o entro 48-72 ore. Nella maggior parte dei casi i sintomi si sviluppano entro 2 settimane dal parto.

Cos’è il postpartum blues

Non esiste una precisa definizione, è una condizione post-natale transitroia caratterizzzata da diversi sintomi:

  • irritabilità,
  • ansia,
  • disforia lieve,
  • insonnia,
  • affatticamento,
  • esagerata emotività, facilità al pianto.

I sintomi compaiono tra il terzo e il quinto girono dopo il parto e scompaiono, normlamente, entro 2 settimane; solo se i sintomi persistono oltre 10-14 giorni è consigliata una valutazione.

La sua associazione alla depressione postnatale non è ancora chiara: è riportato che una donna su cinque con postpartum blues svilupperà una depressione, ma il dato non è stato confermato in altri studi.

Essendo per definizione una situazione transitoria, non sono previsti né indicati interventi, se non l’edcuazione e la riassicurazione sulla benignità dei sintomi.

SaPeRiDoc.

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